Partito da una piccola bottega e oggi al timone di un grande negozio, punto di riferimento in centro Italia per l’arredamento su misura, Stefano Rippo è un imprenditore di successo. Mi accoglie alla sua scrivania, elegantissimo e un po’ dandy, in compagnia dell’inseparabile pipa. “Ma da quando sono bisnonno ho smesso di fumare!”, dice sorridendo, ma senza nascondere una punta di rammarico. Stefano è un artista. La sua esposizione di quadri occupa uno spazio significativo nell’ampio showroom di Falegnamerie Design. Non a caso, la prima cosa che mi colpisce è la presenza di schizzi e bozzetti di mobili fatti all’acquarello. Un ottimo spunto per rompere il ghiaccio con la prima domanda.
Ti diverti ancora a disegnare a mano?
“Mi diverto soprattutto a vedere la reazione dei Clienti, che non se lo aspettano, rimangono sorpresi e poi ne vanno pazzi. Per la progettazione utilizziamo le tecniche grafiche più all’avanguardia, ma il fascino di un acquarello realizzato sul momento a mano libera è ancora innegabile. È un primo contatto, per dare un’idea e creare un feeling. È importante che chi si rivolge a noi si senta subito accolto e coccolato”.
Raccontaci un po’ di storia.
“Quando ho aperto a Cerveteri, ormai quarant’anni fa, ero in un piccolissimo laboratorio, che fungeva anche da negozio. Facevo tutto io. Non avevo spazio per le laccature…allora mi alzavo all’alba e mi mettevo sul marciapiede alle cinque del mattino, sperando nessuno se ne accorgesse!” (ride) “Abbiamo fatto tantissima strada da quei giorni. Oggi puntiamo sul lavoro di squadra e sull’organizzazione. Una sfida quotidiana che ci dà tanta soddisfazione”.
Sul mercato ci sono molti concorrenti agguerriti. Come si fa a rimanere sulla cresta dell’onda?
“La chiave è senz’altro la qualità. Il mercato globalizzato offre prodotti a prezzi stracciati, spesso ottenuti con l’utilizzo di materiali scadenti. Ma un mobile serio è fatto per durare. Per questo lavoriamo solo con vero legno: niente truciolati, niente pezzi che si sbriciolano. L’arredamento che progettiamo deve essere bello da vedere, da toccare e da utilizzare nella vita di tutti i giorni. Un altro tratto che penso ci distingua è l’estrema cura nella progettazione. Lavorare su misura significa capire le esigenze di chi hai di fronte e non lasciare alcun dettaglio al caso. I nostri clienti ci riconoscono questo impegno e lo apprezzano”.
Insomma, la vostra è una clientela esigente.
“Molto. Ed è giusto che sia così. Scegliere un mobile su misura non significa solo voler sfruttare tutto lo spazio della propria casa. È l’espressione di una filosofia, voler raccontare se stessi agli altri. Noi aiutiamo i nostri Clienti ad esprimere il proprio stile e li accompagniamo nella ricerca della migliore soluzione d’arredo. Spesso la nostra consulenza comprende consigli sulla carta da parati o sui pavimenti. Vuol dire che si è instaurato un rapporto di fiducia e stima, e questo è importante”.
Il momento creativo, quindi, è fondamentale.
“Senza dubbio. L’arredamento su misura è completamente personalizzabile. Il colore, lo stile, le rifiniture, praticamente ogni cosa. Chi non è abituato a tanta possibilità di scelta ci si può perdere. Il compito dei nostri designer è di interpretare i desideri del Cliente e suggerire le idee migliori per realizzarle. Chi si rivolge a noi scopre soluzioni che neppure sospettava prima di entrare in negozio. Mettiamo in campo l’esperienza di tanti anni di lavoro, ma soprattutto la passione per ciò che facciamo”.
Prima accennavi a tecniche grafiche all’avanguardia. Puoi dirmi di più?
“Nella nostra squadra ci sono interior designer e architetti che non sono solo abili creativi, ma possiedono un bagaglio tecnico importante e sanno sfruttare appieno dei programmi di progettazione, che negli ultimi dieci, quindici anni hanno compiuto passi da gigante. Da tempo, ormai, siamo in grado di offrire al Cliente una vera e propria fotografia [si parla del rendering, N.d.R.] di quello che saranno i suoi nuovi mobili. Per un uomo della mia generazione, si tratta ancora di una specie di magia: davvero hai l’impressione di averli già in casa! Questo ci aiuta tanto, perché la rappresentazione visiva permette di limare gli ultimi dettagli e aggiungere i ritocchi finali. Non è raro che un Cliente decida di cambiare alcuni elementi dopo aver visto il progetto finale”.
Voi, però, vi considerate ancora degli artigiani.
“Sì, e ne siamo orgogliosi. Artigiano è chi fa un lavoro con cura, amandolo, sapendo che ogni pezzo è unico. Forse è una visione romantica ma, in un mondo di prodotti industriali fatti a catena di montaggio, un lavoro realizzato con passione ancora si distingue. Con i nostri falegnami siamo praticamente un’unica, grande famiglia. Sono amici, prima che collaboratori, gente che è cresciuta insieme alla nostra attività, persone per bene di cui mi fido ciecamente a livello umano e professionale”.
Scorrendo le recensioni, ho trovato molte lodi per la vostra squadra di operai.
“Le parole più ricorrenti che i Clienti usano sono: precisi, educati, puliti, disponibili, sorridenti. La squadra di montaggio è un nostro fiore all’occhiello. I ragazzi lavorano con noi da tanti anni, hanno esperienza e tengono davvero a quello che fanno. Le persone lo percepiscono e li accolgono con piacere nelle loro case. Pensa che una volta un Cliente ha scritto che stavano mettendo la stessa cura che avrebbero messo nel montare la cameretta dei propri figli. Sono elogi che ci ricompensano”.
Progetti per il futuro?
“La gestione del negozio è ormai nelle mani di mia figlia Marianna, che si è fatta le ossa… sopportandomi per più di vent’anni” (ride) “Quindi questa domanda dovresti farla a lei [sarà magari l’oggetto della prossima intervista, N.d.R.]. Se guardo al futuro, comunque, mi sembra necessario affrontarlo con i valori che ci hanno portato dove siamo: una gestione familiare e calorosa e un elevato livello di professionalità, soprattutto nel design e nella cura dei materiali. Cambiano le mode, i gusti e le tendenze, ma la qualità nei dettagli alla lunga ti premia sempre”.
Un’ultima curiosità. Tra i molti quadri esposti abbiano notato tanti soggetti femminili. Fai il ritratto a tutte le Clienti?
“Solo a quelle più simpatiche”, risponde sorridendo sotto i baffi.